lunedì 17 marzo 2014

Lettura da amare, lettura da odiare

Logo di Nati per leggere - www.natiperleggere.it

  “Leggimi subito, leggimi forte
Dimmi ogni nome che apre le porte
Chiama ogni cosa, così il mondo viene
Leggimi tutto, leggimi bene
Dimmi la rosa, dammi la rima
Leggimi in prosa, leggimi prima”

Bruno Tognolini

Ogni volta che i bambini acquisiscono "la strumentalità" della lettura, noi insegnanti ci troviamo ad accogliere la seconda preoccupazione di tanti genitori: non vuole leggere, si stanca subito, vorrei che leggesse di più, vorrei che leggesse altre cose, legge solo se lo chiedete voi...

Deve essere chiaro che gestire il rapporto dei bambini con la lettura non è facile per nessuno. É sicuramente più semplice portare i bambini verso la strumentalità che fare di loro dei buoni lettori.
Infatti, se da un lato sappiamo che l'esercizio è fondamentale perché si acquisisca una lettura corretta e scorrevole funzionale alla comprensione; dall'altro, siamo consapevoli che l'amore per la lettura si costruisce in modo naturale, senza forzature, semplicemente creando occasioni d'incontro tra il bambino e il libro.
Per questo motivo, cerchiamo di muoverci con attenzione ed equilibrio: assegniamo la lettura e la verifichiamo ma, contemporaneamente, cerchiamo di avvicinare i bambini al libro con le letture "gratuite" in classe e con le visite in biblioteca, luogo privilegiato perché loro possano lasciarsi chiamare liberamente dai libri.

Con la convinzione che non esistono ricette, ma con la volontà di essere insegnanti e genitori consapevoli, educatori che sanno bene che le loro richieste possono condizionare molto il rapporto dei bambini con la lettura, vi proponiamo una riflessione.
Si tratta di un articolo che ci ricorda i nove modi indicati da Rodari per far odiare la lettura. 

4CHIACCHIERE con RODARI e i suoi nove modi per far odiare la lettura a cura di Elisa Maria Colombo, Redazione Nati per Leggere

L’incontro tra un libro e il suo “cucciolo di lettore” è un momento di relazione ed è importante che bambine e bambini familiarizzino con l’oggetto libro in maniera naturale e spontanea.
Come sosteneva Rodari, infatti, la lettura è una sorta di dialogo spontaneo con il libro e se non si è sintonizzati sulle stesse frequenze o peggio se si è obbligati a farlo, la comunicazione sarà difficoltosa, un po’ faticosa e poco piacevole.

Ordinare a una bambina o un bambino di leggere è uno dei tanti modi per far sì che inizino a odiare libri e lettura, ed è per questo che negli anni Sessanta fu lo stesso Rodari a mettere nero su bianco non dei buoni consigli da seguire per far amare la lettura a bambini e ragazzi ma al contrario per evitare che la odiassero. Scrisse dei suggerimenti indiretti per aiutare genitori e operatori a favorire la relazione tra bimbi e libri e a non comprometterla per sempre.
Il buon Rodari partì dalle esperienze quotidiane, da tutte quelle "strategie" che molto spesso vengono attuate per presentare il libro al suo lettore in maniera accattivante, intrigante e misteriosa, che però non funzionano come dovrebbero... Oltre a un ordine il libro non può essere un'alternativa alla televisione come ai fumetti.
Infatti, l'amore per la lettura e la piacevole compagnia di un libro sono sensazioni e necessità intime che scaturiscono dal profondo delle emozioni personali, oltretutto non esiste alcun rapporto di causa effetto tra "mi piace guardare la tv/leggere un fumetto" allora "non mi piace leggere", quindi le frequenze da cercare sono altre.
"I bambini di una volta leggevano di più!" ecco un'altra frase che si pensa possa esser utile ma che al contrario scatena solo il risentimento e un senso di inadeguatezza nel piccolo "accusato". I bambini di quale volta? Di quale passato? Perché chiamare in causa chi "c'era" e non investire e concentrarsi su "chi c'è" e sul "cosa c'è"? Perché a questa provocazione ne segue direttamente un'altra, un ulteriore modo per far odiare la lettura: non offrire una scelta sufficiente. Costruire una bibliotechina personale, accompagnare bambine e bambini in biblioteca o in libreria, scegliere cosa leggere con loro e soprattutto leggerlo insieme a voce alta sono i primi passi di un'amicizia solida, tra il bambino e le pagine dei libri. La lettura è un momento di relazione, di contatto che avvicina la famiglia e che aiuta a stabilire un legame saldo, rifiutarsi di nutrire questo momento, di condividerlo e di leggere al bambino è un altro dei nove modi per far odiare questa pratica. La voce di un genitore è magia per il bambino, è uno strumento che mentre legge le parole di un libro tesse l'invisibile filo delle storie che legherà per sempre una famiglia di lettori.
È bene ricordare anche che bisogna stare attenti a non trasformare il libro in un mezzo di tortura, tempestare il bambino di domande, chiedere ripetutamente "cos'è"? "dov'è"? "qual è il colore rosso?", "chi è la ranocchia?" ad esempio sono domande che potrebbero far vivere ai piccoli lettori il momento come stressante, la lettura dialogica è altra cosa. Il libro non deve innervosirli, al contrario deve creare armonia, leggere non è un esame, non è un test, è un atto d'amore. Ne consegue quindi che incolparli se non amano la lettura non è una buona strategia, i libri necessitano di promotori, di divulgatori di qualità che sappiano incuriosire i bambini, motivarli e stimolarli.
Ritenere inoltre che i bambini di oggi abbiano troppe distrazioni, che ci siano troppe cose che distolgono la loro attenzione dai libri è solamente un altro modo sia per giustificare un mancato interesse sia per non sentirsi in colpa. Genitori, insegnanti, educatori, bibliotecari, librai hanno la grande possibilità di fornire in prima persona altre "alternative" relative ai libri e alla lettura e quindi di regalare a bambini e ragazzi la possibilità di scegliere.

Se la lettura è un dialogo, il libro è parola da ascoltare, abbracciare e leggere insieme.

Gianni Rodari, I nove modi per far odiare la lettura, Il giornale dei Genitori, 1964.
  1. Presentare il libro come una alternativa alla Tv.
  2. Presentare il libro come una alternativa al fumetto.
  3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più.
  4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni.
  5. Dare la colpa ai bambini se non amano la lettura.
  6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura.
  7. Rifiutarsi di leggere al bambino.
  8. Non offrire una scelta sufficiente.
  9. Ordinare di leggere.

Concludo con un altro consiglio di lettura:
Rita Valentino Merletti, Bruno Tognolini, LEGGIMI FORTE, Accompagnare i bambini nel grande universo della lettura, Salani Editore.

Nessun commento:

Posta un commento

Grazie per aver lasciato un tuo commento! La pubblicazione avverrà entro le 24 ore.
I contenuti offensivi o inadeguati saranno immediatamente rimossi.