martedì 11 ottobre 2016

Vogliamo prendere il treno!

Il tredici ottobre, con la classe, prenderemo nuovamente il treno in partenza da Iglesias alle 8.19 (con cambio a Villamassargia) per trascorrere la giornata al Festival Tuttestorie. Quel giorno, alle 8 in punto, sui gradini della stazione, insieme ai genitori, esprimeremo tutta la nostra indignazione per la politica di Trenitalia, che ha visto l'eliminazione della tariffa ridotta per i bambini e che sta rendendo sempre più difficile il viaggio in treno delle scolaresche e di tutti gli studenti. Lo faremo con semplicità e coerenza con i modelli di cittadinanza attiva che vogliamo offrire ai bambini, perciò ci uniremo nella gradinata e reciteremo tutti insieme Rima della rabbia giusta di Bruno Tognolini.
Se qualcuno volesse unirsi a noi, con lo stesso spirito, sarà il benvenuto!

Rima della rabbia giusta

Tu dici che la rabbia che ha ragione
È rabbia giusta e si chiama indignazione
Guardi il telegiornale
Ti arrabbi contro tutta quella gente
Ma poi cambi canale e non fai niente
Io la mia rabbia giusta
Voglio tenerla in cuore
Io voglio coltivarla come un fiore
Vedere come cresce
Cosa ne esce
Cosa fiorisce quando arriva la stagione
Vedere se diventa indignazione
E se diventa, voglio tenerla tesa
Come un'offesa
Come una brace che resta accesa in fondo
E non cambia canale
Cambia il mondo.

Bruno Tognolini, Rime di rabbia, Salani Editore

5 commenti:

  1. Considerando quanto accaduto il 4 ottobre, premesso che il disagio di questo tipo sui treni va avanti da vent'anni come minimo, valutando la giornata impegnativa per la scolaresca mi chiedo se non sarebbe preferibile NON utilizzare il treno evitando ai bambini un viaggio poco confortevole e potenzialmente pericoloso e ripiegare su metodi di trasporto alternativi come un piccolo autobus.

    A.

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  2. Ho approvato il commento anche se non apprezzo interloquire con chi non si firma con nome e cognome, il mio è accanto a ogni mio pensiero e ogni mia posizione. In ogni caso, quanto esprime non mi trova d'accordo. Credo che tante cose oggi andrebbero diversamente se molti di noi non avessero scelto di risolvere i propri problemi immediati. Per me, il problema dei miei bambini è quello di tutti i bambini, di chi deve prendere il treno oggi e di chi dovrà prenderlo domani. E poi... le confesso, credo molto nel mio ruolo educativo, non saprei svolgerlo diversamente. Mi piace pensare di educare futuri cittadini capaci di prendere una posizione davanti a ciò che non è giusto. Io mi sento rappresentata bene dalla filastrocca di Bruno Tognolini e la invito a rileggerla. Io non amo chi borbotta e cambia canale, preferisco chi prova a rendere migliore il mondo.
    Buona serata
    Enrica Ena

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    1. La ringrazio per aver approvato il commento (questo non andrebbe pubblicato visto che intende essere solo una cortese risposta alla sua nota) e anche se per mie ragioni personali preferisco non dover apporre la mia firma e di questo mi scuso, volevo solo essere certo che il mio commento (o meglio la mia personale opinione), anche se non pubblicato, fosse letto da Lei che conosco e stimo personalmente.
      Mi preoccupa il fatto di esporre dei bambini così piccoli a questi potenziali pericoli e disagi che ovviamente (facciamo gli scongiuri) nel caso peggiore potrebbero avere conseguenze negative anche su di Lei ed il suo lavoro e sono sinceramente allibito all’idea che la scuola ed i genitori abbiano dato il loro assenso, ma forse sono troppo apprensivo.
      Discordo in maniera sostanziale col Tognolini per il termine di "rabbia" e per la fascia di età scelta, forse perché ho sempre pensato che la calma, la riflessione, il dialogo e non i sentimenti di rabbia (sia pure quella che può diventare indignazione ma in questo caso stiamo parlando di anni nel futuro) siano le migliori vie di comunicazione per la crescita di queste nuove generazioni.
      Secondo me per impegnare gli alunni secondo le belle parole da Lei utilizzate, per migliorare il mondo, questi temi andrebbero affrontati un pò più avanti, diciamo intorno ai 15 anni di età, quando i bambini divenuti ragazzi hanno accumulato un sufficiente background culturale e sono maggiormente in grado di maturare proprie idee senza accettarle automaticamente dall’ambiente circostante, sviluppando un certo livello di capacità critica.
      Comunque spero possa considerare i miei post, se vorrà avere la cortesia di leggerli, solo come una opinione esterna, un’idea della quale desidero solo che sappia che esista (giusto una visione diversa che possa aiutarla a modificare o mantenere le sue decisioni ma che le possa dare la possibilità di valutare un aspetto che potrebbe magari non aver considerato) e viene espressa con le migliori intenzioni e in amicizia.
      Saluti
      A.

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    2. Apprezzo i pensieri diversi dal mio, amo ascoltarli, riflettere e mettere in discussione le mie convinzioni, ma qui non puó trovarmi d'accordo: a quindici anni il tempo dell'educazione è finito.
      Comunque voglio dirle che amo muovermi dentro le regole, sono fin troppo rigorosa. Anche il viaggio del 4 ottobre era regolarmente richiesto e autorizzato da Trenitalia, questo è parte del problema. Il punto è che oggi, per essere completamente sicuri, si dovrebbe tenere gli alunni immobili sul banco, e lei capisce bene che non è possibile, meno che mai per me che sono figlia della didattica attiva e voglio dare tempo e spazio al pensiero di costruirsi. Non potrei insegnare diversamente. Mi piace pensare che i genitori siano presenti e sostengano perché sentono la mia presenza completa, d'altro canto anche un'intera giornata al festival, con tanto di partecipazione allo spettacolo serale,comporta tanto di più di quanto previsto, ma ci rende vivi e contribuisce a rendere rotonda la nostra formazione, credo che sia una buona compensazione.
      Buona giornata,
      Enrica Ena

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  3. Oggi parliamo di un treno...domani ci potremmo trovare a parlare proprio di quell'autobus...
    Allora penso. Se il problema fino ad oggi non è ancora stato risolto non è detto che sia impossibile da affrontare e risolvere. Non arrendiamoci.
    Questo è quello che cerco di insegnare ai miei figli.
    Che i problemi, le ingiustizie e gli ostacoli vanno affrontati perché solo così possiamo lasciare questo mondo un po' migliore di come l'abbiamo trovato.
    Che chi crede nel cambiamento, chi con correttezza e onestà desidera lottare per le cose giuste, cerca strade...chi invece pensa che non ne vale la pena e non vuole niente, cerca motivi.
    Che la soluzione alle cose si trova, non quando evitiamo le difficoltà, ma quando impariamo ad affrontarle senza scorciatoie.
    Che spesso il problema non è in ciò che accade, ma nell'atteggiamento con cui affrontiamo ciò che accade.
    Ecco perché io, insieme ai miei figli, sarò su quelle scale a recitare la nostra rabbia giusta!

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